Centoquattresimo Reparti d'Assalto.

Centoquattresimo Reparti d'Assalto.

domenica 28 ottobre 2018

X REPARTO D'ASSALTO. Sernaglia, Ottobre 1918.

   

   "Siamo sulla pedemontana, la grande strada del Montello; siamo fermi, il Piave è a due passi da noi, l'artiglieria nostra batte con violenza le linee nemiche, l'artiglieria avversaria risponde con rabbia; ma ad ogni colpo suo sono dieci, cento dei nostri.
   Gli Arditi sono seduti sui fossi della strada e sotto la traiettoria delle avverse artiglierie sono spettatori entusiasti del grandioso spettacolo, perché sanno che dal risultato di questo si deciderà la vittoria più brillante, più grandiosa che attraverserà come un'onda l'Italia tutta, che già sa, che già attende.
   Ad ogni pausa del cannone il Piave intanto si sente rumoroso e a tutti sembra di udire il martello del pontiere che lavora intensamente e febbrilmente nella notte, come l'artiglieria, per noi.
   Il passaggio del fiume sulla passerella malferma è il più emozionante momento
di tutta la battaglia. Ogni Ardito è un leone, ogni Ardito è un bambino commosso, col cuore gonfio di gioia e di entusiasmo.
   Nessuno parla, tutti guardano le sacre acque del Piave impetuoso, tutti unitamente ringraziano quelle sponde, quella corrente che tennero per un anno il nemico di là, che fermarono per un anno le sozze voglie dell'Austria.
  
   Grazie o Piave, gridano tutti i cuori; tu permettesti ai suoi figli per un momento
aberrati di richiamarsi alla realtà delle cose, tu permettesti la più bella delle resistenze, tu dicesti alto là al nemico durante tutto un anno di ripreparazione febbrile.
   Ecco ora tornano i carsici fanti pentiti dell'onta che ti fecero; ora, qui sopra al tuo letto gridano vendetta e giurano di correr molto lungi da te o madre Piave e di cacciare il nemico che sperò un momento sulla tua debolezza…

   E si passa; si passa giurando di non tornare indietro di un passo, mentre la tempesta si scatena quasi per rendere più tragico e più bello il momento. Siamo ormai al di là, sulla terra ferma, sulla terra promessa, sulla terra del martirio che ognuno vorrebbe baciare. Una sosta sotto la tempesta per riunire il reparto, poi avanti ancora, noncuranti del fuoco nemico che già fa cadere qualcuno; Ma che importa se qualche compagno ci lascia?.... Che importa se già si vede del sangue?.... Si va avanti e ogni passo che facciamo vale ben l'Ardito che cade.

   Passano così alcune ore di marcia lenta; ostacolata dalla profondità della notte e dall'acqua che precipita senza interruzione.

   Alle cinque. siamo a Casa Casona davanti la linea dei Mulini dove il nemico ci attende per la grande battaglia. Ci fermiamo, ci ordiniamo e apparsa l'alba altri Arditi di altro reparto (il XX, ndr) muovono con decisione all'attacco per lo sfondamento. Il nemico resiste, fa un fuoco infernale, sembra deciso a non cedere.

   Il X Reparto è pronto ad accorrere; e quando giunge l 'ordine di mandare una compagnia avanti, non c'è bisogno di trasmetterlo perché gli Arditi hanno sentito e si sono già slanciati all'assalto.

   La linea ancora resiste, però, e occorrono le altre compagnie in un supremo sforzo generoso, per decidere il nemico a scappare, ad alzare le braccia, a chiedere pietà.

  

Non c'è pietà però; gli Arditi del X Reparto, non hanno pietà.
   Si corre avanti così dietro al nemico che scappa ora senza pudore, si corre avanti incuranti dell'artiglieria nostra che non sa e che ancora batte. Ecco: il tiro è allungato, gli austriaci cadono fulminati scappando verso l'ignoto.
   Il X Reparto è unito tutto in una catena che non si spezzerà mai. Pattuglie di arditissimi vengono comandate in gran numero, perché se il nemico fugge, ha lasciato però le mitragliatrici in tutte le caverne, in tutte le case, a tutte le finestre: sembrano eroi quei mitraglieri che non scappano con gli altri e che sparano ancora; ma quando le prime mitragliatrici vengono prese, l'eroismo si spiega dalle catene di ferro che legano gl'inservienti all'arma. Così è l'austriaco.
   Le mitragliatrici che il X conquista sono a dozzine, i prigionieri a centinaia.
   Verso le dieci non si sente più una fucilata austriaca, tutto è spazzato, tutto è ripulito.
   Si giunge a Sernaglia: altra resistenza accanita, altra vittoria. Il X Reparto va avanti ancora e punta risolutamente verso Collalto in cerca del nemico. Siamo stanchi e decimati, e Collalto è difeso strenuamente.
   Il X Reparto ha il compito di infiltrarsi nel cuore della resistenza avversaria e assolve il suo incarico gettandosi risolutamente sul nemico e formando una ferrea catena in mezzo alla linea austriaca. Il nemico cerca di stringerci in una morsa fatale ma non ci riesce; ci viene alle spalle, con numerose pattuglie, ma i nostri Arditi lo contrattaccano, li prendono prigionieri.
   Siamo isolati ma si resiste fino a sera. La resistenza di queste ore è più eroica di

tutti gli assalti che abbiamo fatto; Siamo circondati e non si cede di un passo, si contrattacca sempre: avanti, di dietro, sui fianchi scoperti.
   La situazione è critica, sul Piave sono caduti tutti i ponti, i rinforzi non giungono, abbiamo però giurato di non ritornare di un passo.
   Si restringe la linea per parare meglio i colpi, e a sera ci portiamo a Fontigo per passare la notte in attesa che le altre truppe passino il Piave.
   Al mattino giungono le fanterie che si mettono in linea e il giorno passa senza grandi episodi. 
   Passa così anche la notte del 29 e al mattino con un ultimo sforzo mettiamo in fuga definitivamente il nemico.
   L'avanzata sembra ora una marcia; e il nemico corre invero più di noi e non abbiamo davanti che retroguardie che alzano le braccia senza resistere.
   Queste sono le ultime fucilate sparate dagli Arditi.
   La guerra finisce…
   Gli episodi isolati di eroismo sono innumerevoli e al X Reparto si potrebbe scrivere un intero volume.
   Basta percorrere i campi della lotta per convincersene; basta vedere i focolari della mischia: ad ogni Ardito morto isolatamente vi sono quattro, cinque austriaci caduti intorno.
   Il Tenente Feletti si porta avanti con una mitragliatrice austriaca e spara; viene circondato e non cede di un passo, fa strage di austriaci finché viene sopraffatto e ucciso vicino al suo paese, alla sua casa.
   Il soldato Romeo Domenico attraversa dieci volte una strada intensamente battuta dalle mitragliatrici avversarie per portare ordini. E' sempre lui, sempre volontario, nonostante abbia visto che chi è passato per qualche strada è caduto.
   Il soldato Bonazzo Materno, ferito, combatte con ardore raddoppiato, e si trascina avanti contro un nucleo nemico assalendolo con tutto il suo impeto e uccidendo finché mortalmente ferito, non cade trovando ancora nell'agonia la forza di gridare in faccia al nemico: Viva l'Italia!"
   Sottoten. degli Arditi AMERIGO TRAPANI, X Reparto d'Assalto(*).

   (*)Decorato con Medaglia d'Argento al Valor Militare "Sernaglia-Soligo, 27 ottobre 1918".